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NEWS & EVENTI

 

Mercoledì, 13 Novembre 2024 08:04

Piemonte, le DOP IGP valgono 1,7 miliardi €

PIEMONTE: 4° regione per valore DOP IGP nel 2022, cresce del +9,3% grazie al lavoro di quasi 13mila operatori.

Il Rapporto Ismea-Qualivita 2023 sulla Dop economy italiana descrive un comparto in crescita che vale 20,2 miliardi di euro a livello nazionale grazie al contributo delle filiere agroalimentari e vitivinicole DOP IGP del Paese. Il Piemonte si conferma quarta regione in Italia per impatto economico del settore IG con un valore pari a 1.716 milioni di euro nel 2022 generato dalle 84 filiere del cibo e del vino DOP IGP che ricadono sul territorio. La Dop economy del Piemonte cresce del +9,3% sul 2021 e ha un peso del 21% sul valore complessivo del settore agroalimentare regionale, grazie al lavoro di 12.871 operatori coordinati da 31 Consorzi di tutela delle filiere del vino e del cibo riconosciuti dal Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. La prima provincia per impatto economico è Cuneo (979 mln €), seconda Asti (348 mln €), terza Alessandria (239 mln €); seguono Novara (104 mln €), Verbano-Cusio-Ossola (17 mln €), Torino (13 mln €), Vercelli (12 mln €) e Biella (4 mln €). La filiera che apporta il contributo maggiore in termini economici è quella del vino (79%), seguita da formaggi (17%), ortofrutticoli (3%) e prodotti a base di carne (0,2%).

Comparto vino

Il comparto vino ha un valore alla produzione di 1.362 milioni di euro nel 2022 (+10,2% rispetto al 2021) generato da 60 filiere certificate. La regione è  in Italia per valore economico generato e il comparto coinvolge 8.899 operatori. Le denominazioni con il maggiore ritorno economico in regione sono l’Asti DOP e il Barolo DOP, seguite dal Langhe DOP, il Gavi DOP, il Piemonte DOP, la Barbera d’Alba DOP, la Barbera d’Asti DOP, il Barbaresco DOP e il Roero DOP.

Comparto cibo

Il comparto cibo ha un valore alla produzione di 354 milioni di euro nel 2022 (+5,8% rispetto al 2021) generato da 24 filiere certificate. La regione è  in Italia per valore economico creato e il comparto coinvolge 3.972 operatori. La denominazione che partecipa maggiormente al valore economico in regione è il Gorgonzola DOP a cui seguono la Nocciola del Piemonte IGP, il Grana Padano DOP, la Toma Piemontese DOP, il Raschera DOP, il Riso di Baraggia Biellese e Vercellese DOP, il Bra DOP e il Castelmagno DOP.

 

https://www.qualivita.it/news/piemonte-le-dop-igp-valgono-17-miliardi-e/

Gli sporigeni psicrotolleranti rappresentano una sfida per il mantenimento della qualità del latte liquido. I cambiamenti dinamici della temperatura lungo la catena di approvvigionamento possono favorire la germinazione e la crescita di questi batteri e portare al deterioramento del latte.

Questo studio mira ad ampliare il lavoro precedente dei ricercatori sulla previsione del deterioramento del latte dovuto a sporigeni psicrotolleranti. Le innovazioni chiave del modello includono: la capacità di tenere conto delle variazioni di temperatura lungo la catena di approvvigionamento e un’interfaccia intuitiva per consentire un facile accesso al modello.

Utilizzando le frequenze e le concentrazioni di 8 sottotipi Bacillales specifici del latte raccolto a New York, il modello ha simulato la crescita di sporigeni in mezzo gallone di latte pastorizzato ad alta temperatura per tempi brevi (HTST), trasportato dall’impianto di lavorazione al negozio al dettaglio e quindi al consumatore.

Le simulazioni Monte Carlo avevano previsto che il 44,3% dei mezzi litri di latte erano avariati (definiti come aventi una concentrazione batterica > 20.000 cfu/mL, una stima conservativa che rappresenta il limite normativo della Pasteurized Milk Ordinance [PMO]) dopo 21 giorni di conservazione in frigorifero e presso il domicilio del consumatore.

È stato dimostrato che il modello era il più accurato nel prevedere la concentrazione media di sporigeni a basse temperature (cioè, a 3 e 4°C; rispetto a temperature più elevate a 6 e 10°C) entro i primi 21 giorni di conservazione del consumatore, con un errore quadratico medio rispettivamente di 0,29 e 0,34 log10cfu/mL.

Le analisi di sensibilità globale hanno indicato che la temperatura di conservazione domestica, la temperatura di trasporto dalla struttura alla vendita al dettaglio e la concentrazione iniziale di spore erano i 3 fattori più influenti per prevedere il deterioramento del latte al giorno 21 della durata di conservazione.

Gli scenari ipotetici indicano che si prevedeva che la microfiltrazione fosse la strategia più efficace per ridurre il deterioramento. Si prevede che l’implementazione di questa strategia (che si presume riduca la concentrazione iniziale di spore di 2,2 log10cfu/mL) ridurrebbe la percentuale di latte avariato del 17,0% punti sul giorno 21 di stoccaggio e ritarderebbe la data entro la quale il 50% di mezzo gallone di latte è andato a male dal giorno 25 al giorno 35.

Nel complesso, il modello è facilmente implementabile come strumento digitale per valutare il deterioramento del latte lungo la catena di approvvigionamento e valutare l’efficacia delle strategie di intervento, comprese quelle che mirano alle temperature di stoccaggio nelle diverse fasi della catena di approvvigionamento.

https://alimentinews.it/tecnologia/lattiero-caseario/1838-uno-strumento-digitale-per-prevedere-il-deterioramento-del-latte-dovuto

 

Con oltre 22 mila aziende agricole e 1,6 milioni di alveari, l’Italia è al 6° posto in Europa per numerosità di alveari, di cui circa l’80% gestiti da apicoltori professionali, un trend in continua crescita, se si confrontano i dati degli ultimi due censimenti Istat (nel 2020 si registra + 57% di alveari a livello nazionale, rispetto al 2010). Questi i primi dati presentati nel Rapporto del Crea "Api e Miele: opportunità: potenzialità e minacce per una filiera essenziale", che evidenzia inoltre che il settore dal 2016 può contare su rilevazioni più precise e sistematiche grazie all’istituzione della Banca dati apistica (Bda).

     

Miele, cresce la produzione interna.

La produzione nazionale di miele, che nel 2022 ha raggiunto circa 23.000 tonnellate - in forte ripresa rispetto all’anno 2021, quando la produzione si era fermata a 12.450 tonnellate (dati Osservatorio nazionale miele), resta insufficiente rispetto alla domanda, per cui le importazioni raggiugono le 26.500 tonnellate circa, pari a 100,8mln di euro.

Al Cento Nord la maggior concentrazione di aziende. Oltre la metà delle aziende apistiche, si concentra nelle regioni del Centro Nord, mentre quelle meridionali sono numericamente inferiori, ma mediamente più grandi, anche se con dimensioni molto piccole di Superficie agricola utilizzata (oltre il 50% non arriva a un ettaro di Sau). Nella maggior parte dei casi (74%) si tratta di aziende caratterizzate da un orientamento produttivo misto, che comprende sia attività di coltivazione che di allevamento.

Nel 2022 la regione con il maggior numero di alveari è il Piemonte, segue la Lombardia
mentre al terzo posto troviamo la Calabria. Da segnalare che la regione Veneto,
che rappresenta quella con il maggior numero di apicoltori, in termini di alveari è
solamente la settima regione.

I dati mostrano dunque un settore che ha contato negli anni su una interessante crescita, ma non mancano punti critici che stanno mettendo a dura prova il comparto, quali: crescita dei costi di produzione a fronte di riduzione dei prezzi all’ingrosso e concorrenza di mieli esteri di scarsa qualità, e una forte esposizione ai cambiamenti climatici.

Ottanta milioni di euro per sostenere la filiera. Alla filiera italiana delle api e del miele, per la programmazione 2023-2027, come sottolinea il Crea, sono stati destinati complessivamente 83,8 milioni di euro: risorse per il 30% stanziate dalla Pac (25,1mln) e per il 70% (58,6mln) cofinanziate con risorse nazionali.

La relazione con l’attività agricola è forte: oltre alle questioni legate alla qualità degli ecosistemi, nel rapporto si stima che oltre il 30% del valore economico delle produzioni vegetali derivi dalle coltivazioni che beneficiano dell'azione di impollinazione delle api.

L’Italia può contare su una grande varietà di mieli uniflorali (oltre 30) e diversi millefiori, fortemente caratterizzati sul territorio e determinati dall’immenso patrimonio di ambienti e di biodiversità del Paese. Un fattore di qualità e di distintività dei prodotti, fondato su stretti legami con i territori di produzione, che è anche alla base del Sistema di qualità nazionale.

Il Rapporto, spiega il Crea esplora ed analizza con un approccio integrato e multidisciplinare tutti i diversi aspetti del settore: dalle questioni strutturali alle dinamiche di mercato, dalla sostenibilità dell'attività apistica e delle aziende che se ne occupano e dei sistemi agricoli e agroforestali che ospitano le api, fino ad arrivare agli aspetti qualitativi e alle caratteristiche e alle proprietà salutistiche delle produzioni.

 

https://terraevita.edagricole.it/attualita/miele-produzione-in-ripresa-ma-non-soddisfa-la-domanda/

Prodotti di origine animale nella fase di produzione primaria o nella prima trasformazione.

 Il Ministero della Salute ha elaborato i risultati del Piano Nazionale Residui 2023 per i prodotti di origine animale nella fase di produzione primaria o nella prima trasformazione.

Il 2023 è stato un anno di importanti cambiamenti in quanto il primo in cui sono stati attuati i Regolamenti (UE) 2022/1644 e 2022/1646, che hanno sostituito la direttiva 96/23/CE.

Il recepimento di questa nuova normativa, ha comportato l’implementazione di alcune novità, quali l’introduzione del Piano di sorveglianza e del Piano Paesi Terzi (oltre al Piano mirato, simile a quello degli anni precedenti), nonché l’eliminazione dei contaminanti e pesticidi dalle ricerche sui prodotti di origine animale, in quanto oggetto di altri piani specifici.

Quindi, a differenza degli anni precedenti, il PNR 2023  si è articolato attraverso l’attuazione dei seguenti tre differenti Piani e delle attività extrapiano e su sospetto:

  • Piano mirato: piano nazionale di controllo della produzione, basato sul rischio, per la verifica della conformità degli animali e degli alimenti di origine animale prodotti negli Stati membri alla legislazione dell’Unione (relativamente alle sostanze farmacologicamente attive autorizzate, vietate o non autorizzate) e ai limiti massimi di residui e livelli massimi applicabili negli alimenti.
  • Piano di sorveglianza: piano nazionale di sorveglianza della produzione UE, attraverso un monitoraggio casuale per un’ampia gamma di sostanze farmacologicamente attive;
  • Piano Paesi Terzi: piano nazionale di controllo degli animali e dei prodotti di origine animale importati da Paesi Terzi, basato sul rischio, finalizzato a verificare la conformità alla legislazione dell’Unione sull’uso di sostanze farmacologicamente attive, autorizzate o vietate, e la conformità ai limiti massimi di residui e ai livelli massimi.

Gli obiettivi generali del Piano Nazionale Residui sono rimasti pressoché invariati rispetto agli anni precedenti:

  • svelare i casi di somministrazione illecita di sostanze vietate o non autorizzate;
  • evidenziare i casi di somministrazione impropria di sostanze utilizzate a condizioni diverse da quelle autorizzate;
  • verificare la conformità degli alimenti rispetto ai limiti massimi di residui e tenori massimi, fissati dalle norme europee e nazionali, per i medicinali veterinari e per gli additivi per mangimi.

Le categorie animali e i prodotti di origine animale oggetto di indagine nel PNR 2023 sono stati i seguenti: bovini, suini, ovini, caprini, equini, pollame, conigli e selvaggina allevata, acquacoltura, latte (bovino, bufalino, ovicaprino), uova, miele e budelli.

Il campionamento è stato effettuato nella fase di allevamento degli animali e nella fase di prima trasformazione dei prodotti di origine animale.
Sui 27.202 campioni prelevati nell’ambito dell’intera attività del Piano sono state effettuate 378.888 determinazioni analitiche di sostanze incluse nell’allegato I del regolamento (UE) 2022/1644, con una media di 14 sostanze chimiche ricercate su ogni campione prelevato.

Di seguito illustriamo brevemente le attività svolte e, soprattutto, i risultati ottenuti per singolo Piano.

Piano mirato. Nel 2023 sono stati prelevati e analizzati in totale 24.931 campioni nell’ambito del Piano mirato, sia di provenienza nazionale che europea.
Dai dati disponibili si rileva che gli obiettivi europei sono stati raggiunti per tutte le specie e i prodotti, ad eccezione dei budelli.
Rispetto alla programmazione nazionale, gli obiettivi sono stati raggiunti per bovini, suini, pollame, latte bovino, latte bufalino, latte ovicaprino, conigli e selvaggina allevata.
Sui 24.931 campioni prelevati nell’ambito del Piano mirato, sono state effettuate 308.872 determinazioni analitiche, per una media di 12 sostanze ricercate per ogni campione.
Le non conformità riscontrate sui campioni raccolti nell’attività 2023, sono state complessivamente 10, di cui 9 di provenienza italiana e 1 ungherese.
I campioni non conformi costituiscono lo 0.04 % del totale dei campioni prelevati, su cui sono state riscontrate 10 sostanze responsabili delle non conformità. Nella Tabella 10 sono riportati i dettagli dei campioni non conformi, unitamente alle conclusioni delle indagini effettuate a seguito del riscontro di ogni non conformità dichiarate dalle Regioni/P.A. al momento della validazione dei dati. Nel report si evidenzia che il riscontro di campioni di tessuto adiposo bovino non conformi per presenza di fipronil a valori superiori al limite massimo di residuo in vigore ai sensi del regolamento (CE) n. 396/2005, registrato nell’ultimo quadrimestre del 2023, ha evidenziato un problema di contaminazione di un distillato ad uso zootecnico (materia prima per mangimi) che ha coinvolto alcune regioni del nord Italia.
Il fenomeno è stato attenzionato dalle autorità locali e centrali, con un coordinamento efficace tra tutte le aree coinvolte (igiene degli alimenti, alimentazione animale, prodotti fitosanitari) ed è stato circoscritto e risolto in breve tempo.

Piano di sorveglianza. Questo piano è stata la vera novità introdotta, a seguito dell’adeguamento normativo, per valutare l’esposizione dei consumatori ai residui di farmaci veterinari con il consumo di prodotti di origine animale.
Si tratta di un piano di controllo sulla produzione europea effettuato attraverso un campionamento casuale per la ricerca del maggior numero di sostanze appartenenti ai Gruppi riportati nell’allegato IV del regolamento (UE) 2022/1644.
Il Piano di sorveglianza prevede per l’Italia il prelievo di almeno 1050 campioni, ai sensi dell’allegato II del regolamento (UE) 2022/1646, di cui il 25 % destinato alle ricerche di sostanze del Gruppo A e il 75% destinato alle ricerche delle sostanze del Gruppo B.
Nel 2023 sono stati prelevati e analizzati in totale 1.018 campioni a fronte di una programmazione di 1.050, pertanto non si può ritenere pienamente raggiunto l’obiettivo nazionale né quello europeo, ma questo scenario era prevedibile essendo il primo anno di attuazione del Piano.
Le determinazioni analitiche effettuate sono state 29.669, per una media di 29 sostanze ricercate per ogni campione, che sta a testimoniare il raggiungimento di uno degli obiettivi del Piano di sorveglianza. Per quel che riguarda le non conformità, ne sono state riscontrate 2 entrambe su campioni di provenienza italiana, uno di miele e uno di carne suina.

Piano Paesi Terzi. Il Piano Paesi Terzi è un piano nazionale di controllo basato sul rischio che si attua per verificare l’efficacia dei controlli sui residui svolti da tali Paesi e la conformità delle partite importate alle norme dell’Unione europea.
campionamenti sono eseguiti dai posti di controllo frontalieri (PCF) italiani, riconosciuti ed abilitati (Regolamento (UE) 2017/625 e atti derivati e del decreto legislativo 2 febbraio 2021 n. 2414), e distribuiti tra i diversi PCF sulla base del volume annuo delle importazioni.
Nel 2023 sono stati prelevati nell’ambito del Piano Paesi Terzi 385 campioni, a fronte di 436 programmati, di cui l’unica specie per la quale non sono stati raggiunti gli obiettivi europei e nazionali è la carne bovina (144 campionamenti effettuati a fronte dei 200 programmati).
Sui 385 campioni prelevati nell’ambito del Piano Paesi terzi sono state effettuate 10.136 determinazioni analitiche, per una media di 26 sostanze ricercate per ogni campione.
Nell’ambito di tale attività sono stati prelevati ulteriori 13 campioni provenienti da Cile (6), Canada (2) e Nuova Zelanda (5) che però, essendo Paesi con i quali l’Unione ha concluso accordi di equivalenza per i controlli fisici, non sono stati inclusi né conteggiati nell’attività del  Piano ai sensi dell’Allegato III del regolamento (UE) 2022/1646, sebbene su di essi siano state effettuate 365 determinazioni analitiche.
Per quel che riguarda le non conformità, è stato riscontrato un unico campione non conforme (0.2 % del totale) prelevato da una partita di pesce da acquacoltura (pesce gatto, Clarias macrocephalus) proveniente dal Vietnam.

L’Extrapiano. Le attività di Extrapiano sono effettuate nei casi di specifiche esigenze nazionali o locali, al fine di intensificare i controlli per la ricerca di gruppi di residui o di sostanze in specie/categorie animali, prodotti di origine animale/matrici, già previsti dal piano.
Anche i campioni programmati come Extrapiano sono mirati.
Nel 2023 sono state programmate in quest’ambito esclusivamente attività regionali.
Sono stati prelevati in totale 368 campioni, la maggior parte dei quali sul latte (25.8 %) e sui suini (16.8 %), su cui sono state effettuate 19.975 determinazioni analitiche, per una media di 54 sostanze ricercate per ogni campione, e non è stata riscontrata alcuna non conformità.

Il campionamento su sospetto. Le attività di campionamento su Sospetto prevedono il prelievo di campioni nei casi in cui ci sia motivo di sospettare la presenza di residui (clinico-anamnestico), ad esempio anche a seguito di non conformità analitiche riscontrate nei campioni prelevati nell’ambito del Piano e dell’Extrapiano, o di segnalazioni di esiti diagnostici sospetti.
Nell’ambito di questa attività, nel 2023 sono stati prelevati 500 campioni di cui 414 di bovini,2 di ovicaprini e 71 di latte. Sono state effettuate in totale 10.236 determinazioni analitiche, per una media di 20 sostanze ricercate su ogni campione. Si sono riscontrate non conformità su 14 campioni, tutti bovini,  pari al 2.8 % del totale prelevato.

Il report del Ministero della Salute esamina, inoltre, i tempi di analisi e la rendicontazione dei dati ad EFSA ed alla Comunità europea, nonché propone delle riflessioni conclusive sull’attività svolta, includendo le criticità affrontate e gli sviluppi futuri.

Fonte: Ministero della Salute

https://www.ruminantia.it/

 

In data 24 ottobre 2024 è stato pubblicato il Decreto interministeriale n. 563467 con cui vengono approvati i 5 disciplinari del SQNBA:

Dal 2025 sarà indispensabile aderire ad un disciplinare SQNBA ed effettuare il pascolamento per poter usufruire del pagamento dell’ECOSCHEMA 1 LIVELLO 2 della PAC.

A breve sarà possibile aderire facendo domanda ad INOQ!

Seguiteci per restare aggiornati!

Fonte: https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/18448

Crescono le esportazioni, con la conferma dell’UE come meta principale di destinazione. Bene anche le importazioni. Dati positivi per quasi tutti i prodotti, in particolare per vini (dopo un periodo negativo), formaggi, olio e derivati dei cereali.

Qual è la situazione degli scambi con l'estero del settore agroalimentare italiano? I dati del I semestre 2024 di ISMEA dicono che, dopo un 2023 da record, con le esportazioni italiane che hanno oltrepassato 64 miliardi di euro, anche nei primi sei mesi del 2024 la dinamica è rimasta positiva con un valore che ha sfiorato 34 miliardi di euro.
Il dato significa un aumento del 7,1% rispetto allo stesso periodo del 2023. In crescita anche il valore delle importazioni (+1,4% per 33,5 miliardi di euro) in maniera meno consistente rispetto al 2023, in ragione soprattutto della riduzione delle quotazioni delle commodity agricole. Grazie a queste dinamiche il saldo commerciale agroalimentare è migliorato, tornando positivo e pari a 433 milioni di euro.    

Esportazioni e importazioni

L’analisi dell’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare segmenta i canali di destinazione dei nostri prodotti. Il principale mercato di destinazione dei prodotti agroalimentari italiani si conferma la UE che, con 19,5 miliardi di euro nei primi sei mesi 2024 ha assorbito poco meno del 60% delle esportazioni dell'Italia. Germania, Francia e Stati Uniti rimangono i partner di maggior rilievo, con il terzo che è cresciuto a un tasso più elevato. Tra i primi 20 paesi di destinazione, è risultata in controtendenza solo l'Ungheria che tuttavia ha un ruolo marginale, rappresentando solo l'1% delle totali esportazioni nazionali. Si conferma la concentrazione geografica delle esportazioni italiane, con i primi cinque paesi di destinazione che assorbono da soli quasi la metà dei flussi complessivi.
L'UE è il principale partner commerciale dell'Italia anche per le importazioni (24 miliardi di euro nel primo semestre 2024) con una quota del 72%; Germania, Francia, Spagna e Paesi Bassi sono i principali fornitori, mentre tra i paesi terzi il primo fornitore è il Brasile, con flussi tuttavia in riduzione del 5,7% in valore su base tendenziale.      

Cosa commerciamo

Le esportazioni sono aumentate per tutti i principali prodotti, con l'unica eccezione di quelle relative ai kiwi, in riduzione in valore e ancor più in volume.
Dopo una deludente performance nello scorso anno, hanno ricominciato a crescere le esportazioni di vini in bottiglia, che si confermano in prima posizione tra i prodotti spediti, con un peso sull'export totale del 7,6% nel periodo in osservazione, per un valore pari a 2,6 miliardi di euro. È stata positiva anche la dinamica rilevata per i vini spumanti, arrivati a quasi 1,1 miliari di euro (+6,9%).
Tra gli altri comparti di peso, le esportazioni dei derivati di cereali sono aumentate dell'8% in valore, trainate soprattutto dai prodotti della panetteria e pasticceria (+13,1%) più che dalle paste alimentari (+1,1%).
In crescita anche il fatturato all'estero dei formaggi stagionati (+7,5%) e freschi (+6%) ma le dinamiche decisamente più evidenti si sono osservate per le esportazioni di olio di oliva (+64,1%) e uva da tavola (+45,1%).
Le importazioni, che riguardano in larga parte materie prime non trasformate e prodotti semilavorati, hanno evidenziato una contrazione per i principali cereali, soia e farina di soia, olio di palma; al contrario, sono cresciute in misura consistente le importazioni dei primi due prodotti importati: caffè non torrefatto (+11,6% in valore) e olio di oliva (+32,7%).

 

https://www.alimentinews.it/attualita/news/1840-agroalimentare-crescono-le-esportazioni

 


 

Con una quota pari al 15,6% del commercio estero globale del settore e un export ormai prossimo al miliardo di euro, il comparto melicolo italiano contende alla Cina, che rappresenta il 17% del commercio estero globale del settore, il primato tra i principali fornitori mondiali e costituisce un asset strategico per il posizionamento del made in Italy agroalimentare sui mercati esteri.

Alla base del successo, un modello produttivo all’avanguardia dal punto di vista qualitativo, aggregativo e tecnologico, che grazie al valore generato sul territorio dalle produzioni a marchio DOP e IGP, ha assunto un rilevante ruolo sociale e di salvaguardia del paesaggio e dell’ambiente.

Le principali destinazioni delle mele italiane sono la Germania, la Spagna e l’Arabia Saudita. Significativa è la presenza al secondo posto delle destinazioni della Spagna, primo produttore ed esportatore di frutta nell’UE, che nel corso degli anni ha scavalcato l’Italia, ma che importa le mele italiane e questo fatto qualche riflessione dovrebbe farla fare.

 

https://www.ilpuntocoldiretti.it/attualita/economia/mele-sono-il-frutto-piu-consumato-dagli-italiani-ma-anche-il-piu-esportato/

 14/10/2024

 

Alle Aziende Agricole e loro CAA e OO.PP.AA

Al Consorzio per la Valorizzazione e la Tutela della

Nocciola Piemonte I.G.P.

 

OGGETTO: DEROGA DI CUI ALLA NOTA MASAF N. 538978 DEL 14/10/2024

In considerazione di un annata caratterizzata da una produzione corilicola molto scarsa in tutto l’areale di produzione, seppure in modo non uniforme, come diffusamente documentato dalla stampa specializzata, il Consorzio per la Tutela della Nocciola Piemonte IGP, per far fronte agli impegni dei soci nei confronti dei clienti si è interpellato sulla possibilità di integrare le produzioni certificate chiedendo di inserire nel sistema di controllo, sebbene superata la data di scadenza per l’iscrizione (prevista entro il 31 maggio di ogni anno per i nuovi ingressi e per le integrazioni di nuove particelle ed entro il 30 giugno per la richiesta di mantenimento annuale nel sistema di controllo), le aziende che finora non hanno manifestato interesse per la denominazione, ma che in siffatto contesto e se in possesso dei requisiti, avrebbero la possibilità di integrare il ridotto raccolto con le loro seppur altrettanto ridotte produzioni, contribuendo ad un aumento dell’offerta. Lo stesso dicasi per le aziende che hanno inserito nell’elenco dei noccioleti soltanto una parte degli appezzamenti idonei e conformi al disciplinare che potranno approfittare dell’opportunità per completarne l’inserimento. Richiesto ed ottenuto parere positivo dal Masaf (con nota N. 538978 DEL 14/10/2024), lo scrivente organismo di controllo, in deroga alle scadenze previste dal PC 23 rev 7 "piano dei controlli della denominazione nocciola del Piemonte IGP", riapre pertanto l'adesione al sistema di certificazione per l’annata 2024.

Di seguito si riportano le modalità di accesso e le condizioni da rispettare per garantire il soddisfacimento dei requisiti del disciplinare di produzione e del Piano dei Controlli tenuto conto dei tempi straordinari concessi per l’ingresso nel sistema di certificazione.

Modalità di adesione:

Al fine di aderire alla deroga è necessario inviare ad INOǪ entro e non oltre il 30 Novembre 2024:

  1. Allegato 1 al Piano dei controlli compilato e firmato in ogni sua parte (o 4 in caso di rientro dopo un periodo di sospensione);
  2. L’elenco noccioleti con dettaglio catastale delle particelle, superficie, numero piante e anno d’impianto;
  3. Dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà firmata e comprensiva di fotocopia della carta di identità;
  4. Lettera di impegno firmata (riportata nella seconda pagina della dichiarazione di cui sopra);

Al ricevimento della documentazione INOǪ ne valuterà la completezza e rispondenza ai requisiti disciplinati richiedendo eventuali integrazioni o chiarimenti o respingendo la domanda.

A seguito della valutazione positiva della domanda (e prima della verifica in campo) l’Azienda sarà inserita in una tabella specifica dell’elenco: “ELENCO DELLE AZIENDE AGRICOLE IDONEE” pubblicato sul sito www.inoq.it che riporta le Aziende Agricole la cui domanda di inserimento in deroga è stata accolta.

Nel caso in cui la domanda venga accolta, emesso e sottoscritto il contratto, si concorderà una data di effettuazione della verifica ispettiva in campo che dovrà essere eseguita entro il 30 Marzo 2025.

Condizioni particolari che l’Azienda Agricola deve rispettare per poter reclamare la denominazione per il raccolto 2024:

  1. La richiesta deve riguardare tutti gli appezzamenti TGT idonei (zona di produzione, cultivar, densità di impianto, modalità di coltivazione ed almeno la presenza di una particella con impianto superiore ai 6 anni). Se possiedono altri noccioleti non TGT possono iscriversi solo se hanno garantito la separazione del raccolto;
  2. L’Azienda Agricola deve essere in grado di dimostrare che le piante appartengono alla varietà Tonda Gentile Trilobata (documenti commerciali di acquisto del materiale di propagazione da vivaio autorizzato o altra documentazione comprovante l’appartenenza alla varietà);
  3. L’A.A. dovrà obbligatoriamente mantenere l’iscrizione al circuito anche per l’anno 2025;
  4. L’A.A. conserva il prodotto nei propri magazzini fino al rilascio definitivo della certificazione.

In alternativa, accolta la richiesta di certificazione e sottoscritto il contratto (e quindi dopo che l’Azienda comparirà nell’elenco di cui sopra) qualora vendesse il prodotto prima della verifica in campo e conseguente rilascio della certificazione, dovrà identificare il prodotto sui documenti di vendita come “Potenzialmente idoneo alla denominazione Nocciola Piemonte IGP” e condividere con l’acquirente che tale prodotto deve essere tenuto separato fino al rilascio definitivo della certificazione.

Nel caso di aziende che richiedono integrazione di particelle nel proprio elenco, devono aver raccolto e separato in modo chiaro il prodotto IGP da quello potenzialmente idoneo all’IGP (in caso di mancata separazione, tutto il prodotto dovrà essere dichiarato Potenzialmente idoneo alla denominazione Nocciola Piemonte IGP”; qualora a seguito della verifica ispettiva, uno o più appezzamenti oggetto della richiesta di integrazione non risultino conformi, l’intero raccolto non potrà essere destinato all’IGP.

Conclusione dell'iter certificativo e sorveglianza ordinaria del 2025:

Completata la valutazione documentale e la verifica in campo, tutte le aziende agricole certificate in deroga ai termini previsti, seppure controllate tra novembre ’24 e marzo’25, saranno sottoposte ad un’attività di sorveglianza ordinaria nel corso dell’anno 2025 durante la fase vegetativa in modo da confermare il mantenimento dei requisiti con particolare riguardo all’appartenenza alla varietà disciplinata. Ǫualsiasi inosservanza rispetto alla varietà (od a qualsiasi altra affermazione fatta nella dichiarazione di atto di notorietà) emersa durante la verifica di sorveglianza del 2025, sarà segnalata come NC grave e comunicata all’ICǪRF (Ispettorato Controllo Ǫualità e Repressione Frodi) per gli atti dovuti.

Rimanendo a Vostra disposizione per eventuali ulteriori chiarimenti ed integrazioni, porgiamo distinti saluti.

 

 

SCADENZA 30 Novembre 2024

PER INFO 0172 911323

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Nuove possibilità di certificazione 

per gli operatori appartenenti alle filiere

del Latte

del Vitello a carne bianca e

delle Uova

 

Sono stati pubblicati dal MASAF i nuovi Disciplinari SQN-Z

e

Presto sarà possibile aderire facendo domanda a INOQ

 

 

E' inoltre in sviluppo anche il SQN-Z 

Zootecnia da carne sostenibile applicabile all'allevamento per la produzione di carne bovina

Seguiteci per non perdere l'occasione di certificarvi

 

FONTE: SITO DEL MASAF

 

 

ISTITUTO NORD OVEST QUALITÀ - ORGANISMO DI CERTIFICAZIONE - Società Cooperativa
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